Lug 08

Sophie

Sensibile e attenta osservatrice, donna forte e tenace, risoluta e decisa: così si presenta a noi Sophie. Nessuna descrizione ci permette di conoscerne la figura, il volto, lo sguardo, ma sin dalle sue prime parole, osservazioni, pensieri, emergono il suo temperamento ed il suo carattere, che ce ne offrono immediatamente una limpida immagine. E’ la sua grande passione per la pittura, alla quale non rinuncia nonostante sacrifici e delusioni, che porta Sophie a lavorare nello stabilimento d’acqua calda sopra il battello nei pressi di Port Royal.

Ed è in virtù di questo desiderio, non solo per necessità, che ora mi ritrovo nella sala profumata d’incenso di uno stabilimento d’acqua calda, a cercar modelli e clienti (p. 232).

A me piacciono i pennelli da pulire e le grandi tavolozze da raschiare, a me piace dipingere in piedi respirando colla, trementina e vernice (p. 246).

E’ qui, nello “stabilimento d’acqua”, che avviene il primo incontro tra Sophie ed Olympe.

Sia Sophie sia Olympe sono creature di acuta e sottile sensibilità, entrambe affermano la loro condizione di donne ed artiste, esprimendo se stesse l’una attraverso la pittura e l’altra attraverso la scrittura. Entrambe non si accontentano di ciò che la vita, resa avara e crudele da avvenimenti terribili e funesti, offre loro.
Sophie, che con occhio attento da pittrice osserva con attenzione ogni cosa, ci offre un limpido ritratto di Olympe:

Non si può fare a meno di osservare una signora come quella, soprattutto se si possiede l’occhio del pittore (p. 232).

La sua sensibilità d’artista la porta ad osservare con attenzione i gesti, in cui si rispecchia l’animo forte ma dolce di Olympe. La minuziosa descrizione offertaci da Sophie dà forma e consistenza all’immagine della nostra protagonista:

Ha alzato le braccia liberando il viso dal crespo nero che le volava attorno, mosso da un’aria entrata insieme a lei,un vento di strada che ha dato ampiezza ai suoi gesti e a me ha offerto l’armonia spontanea di una posa. Chi è questa signora che mi sta regalando un ingresso così teatrale?, mi sono chiesta, e l’ho guardata bene e ho esclamato dentro di me: ma è la Ragione!
La statura, il portamento e, nel viso scoperto, la dolcezza un po’ severa che l’età regala a certe donne…(p. 232)

Sin dal loro primo incontro appare evidente l’ammirazione che le due donne avvertono l’una nei confronti dell’altra. Questa ammirazione si coglie nel volto di Olympe mentre è intenta a guardare il suo ritratto eseguito in pochi istanti da Sophie: “Sul suo viso, vicinissimo al mio, leggo stupore. E anche piacere, approvazione, lode” (p. 245).

Un brevissimo momento, un istante, avvicina le due donne; ma è un istante che basta all’artista per vedere nel più profondo dell’animo di Olympe. Un mese dopo eccole di nuovo l’una di fronte all’altra, nell’angusto spazio della sala criminale in cui Olympe è reclusa. Adesso la donna non è più un’estranea senza nome né identità per Sophie:

Adesso non era più una sconosciuta: aveva un nome, una storia, e non potevo più guardarla come l’avevo guardata fino a quel momento. […] E io non avevo di fronte un’imputata, ma la forma ideale della Ragione. Una Ragione appassionata, se mai questo è possibile (pp. 301-302)

Anche questa volta si tratta di un attimo, un istante che avvicina le due donne, prima della sentenza e della condanna a morte di Olympe. L’aggraziata figura seduta di fronte a Sophie, che ne esegue nuovamente il ritratto, è tesa ma controllata, schiacciata dall’oppressione dell’ingiustizia, ma integra e a testa alta di fronte alla vita, o per meglio dire di fronte alla morte.

Sophie avverte tutto il dramma della vita di Olympe, lo sente nel suo collo sottile, nei profondi occhi, nelle mani nervose. Di nuovo vede al di là del solo corpo della sua modella. Di nuovo le anime delle due donne si avvicinano, si riconoscono simili, per allontanarsi infine per sempre.

giugno 2005

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