Apr 13

Diario in tempo di… Castronovo Di Sicilia, Sabato 28/03/2020, ore 22:15

(di ERICA CIMINATO)

Castronovo Di Sicilia, Sabato 28/03/2020, ore 22:15

Eccomi, sono a letto dopo aver trascorso l’ennesima giornata di quarantena, sempre tra le quattro mura di casa mia. Così come quindici giorni fa, come ieri, anche oggi il mio corpo si è spostato sempre e solo tra la cucina e la mia stanza. Per fortuna però non sono sola, ci sono i miei genitori, mio fratello, almeno per il pranzo e per la cena sono in piacevole compagnia, il resto della giornata la passo tra i libri. Domani so già quello che farò nel corso della giornata: mi alzerò dal letto, andrò a fare colazione, metterò in ordine la mia stanza e solo dopo mi siederò alla scrivania a studiare; sì, sono fatta così, mettendo in ordine la mia stanza è un po’ come se mettessi in ordine i miei pensieri. Ogni tanto (botta di vita!) una boccata d’aria in balcone a scambiare quattro chiacchiere con i vicini. Il citofono non suona più da settimane. La mattina non si sentono più le voci dei venditori ambulanti che animano le vie. Non si sentono più gli schiamazzi dei bambini che giocano nel cortile. Silenzio, solo tanto silenzio. A partire dalle 17:30 le suore del Convento dei Cappuccini accompagnano le mie letture recitando il Rosario che riecheggia per tutto il paese.

Sono i giorni di primavera. Ci aspetteremmo fuori una temperatura mite. Un leggero soffio di vento dovrebbe accarezzarci la pelle. È uno di quei pochi periodi dell’anno in cui dovremmo poterci scaldare al sole e invece fa freddo. Piove. Forse anche il cielo piange per quello che stiamo vivendo.

Ah, quanto mi manca passeggiare all’aperto, quanto mi manca vedere “u corso”, “u cravanio”, “a vasca”, “a chiazza” del mio adorato paese! E pensare che quando torno qui il fine settimana, dopo aver passato alcuni giorni a Palermo, la prima cosa che faccio è un giro per le strade della mia amata Castronovo, per vedere se è cambiato qualcosa mentre ero via. E adesso che sono qui non posso vivermelo, non posso camminare su quelle pietre che profumano di storia.

In questi giorni avrei passato volentieri una bella giornata all’area attrezzata, in compagnia degli amici più cari, a chiacchierare, a giocare, ad abbracciarci, a cantare a squarciagola. Mi manca l’aria aperta. Mi manca la vita sociale; invece in questi giorni mi devo accontentare dei social network, della “vita sociale virtuale”. Per fortuna, adesso, con la nuova tecnologia è stato possibile allietare le giornate con le videochiamate tenute con gli zii, i cugini, gli amici. L’altro giorno, sempre la tecnologia è stata quasi una “benedizione”: dopo anni di sacrifici è arrivata alla Laurea Magistrale la mia amica Lorena e noi, amiche di sempre, non avremmo potuto festeggiarla se non ci fosse stata la possibilità di collegarci con una videochiamata. Certo, non ci siamo potute abbracciare, ma l’importante è esserci in alcuni momenti significativi della vita, e noi, seppur virtualmente, abbiamo così potuto celebrare con lei, anche se da lontano, il lieto evento.

Resi impotenti e “soli” da un virus infinitamente piccolo stiamo riscoprendo un senso della comunità infinitamente più grande. Tutto quello che Castronovo, Palermo, la Sicilia, l’Italia, l’Europa, insomma pian piano tutto il mondo sta vivendo può essere paragonato un po’ alla “città segreta”, Musljumovo, di cui parla Viola Di Grado in Fuoco al cielo. Dalla “città segreta”, il luogo in cui si svolge la vicenda narrata, dal luogo cioè più radioattivo del pianeta, è vietato uscire e comunicare con l’esterno. Anche lì bisogna che Tamara, la protagonista del romanzo, si lavi più volte le mani, e strofini forte le dita finché non sono rosse per proteggersi dalla letsospirosi. Un po’ quello che siamo costretti a fare anche noi in questi giorni, a causa di questo maledetto virus. Quanto durerà? Tra pochi giorni sarà passato un mese dall’inizio dell’emergenza e ci sono solo dei lievissimi miglioramenti, o almeno così vogliono farci credere! Non possiamo far altro che vivere questo tempo sospeso con la speranza che tutto andrà bene!

About The Author