(di BEATRICE NICASTRO)
Abbiamo tempo?
Campofranco, 30 Marzo 2020
Nove del mattino: come tutti i giorni, dopo aver messo giù i piedi da un letto caldo che fatica a lasciarmi andare, mi avvicino alla finestra di camera mia, osservo il cielo che si intravede dalle fessure della persiana socchiusa. Non le chiudo mai del tutto, non mi piace il buio, per questo, da sempre, la sera, prima di andare a letto, mi assicuro che siano sempre un tantino aperte. Tutte le mattine spero di trovarlo terso quel cielo, specie quando si avvicina la primavera, mi fa sentire bene, libera! Peccato che adesso, probabilmente, nessuno di noi si sia accorto che la primavera è arrivata, sì, è arrivata! Prima la aspettavamo trepidanti, adesso no, non c’è tempo per pensare alla primavera, eppure di tempo ne abbiamo tanto.
Quel cielo che volevo blu, senza nuvole, oggi grigio e a tratti bianco, mi guarda, come se volesse parlarmi, come se volesse dirmi che qualcosa sta cambiando o che forse è già cambiata.
A Campofranco, il mio piccolo paesino del vallone nisseno, al centro della Sicilia con meno di tremila anime, c’è silenzio, tanto silenzio. Di tanto in tanto a interromperlo è la voce di qualche venditore ambulante di frutta e verdura, che ci tiene compagnia.
Anche qui si respira un’aria diversa da quando è iniziata la quarantena.
Dal balcone più alto di casa si intravede il paesaggio di sempre. Adesso è di un verde vivace e, quando non è spento da un sole a volte assente, acquista un no so che di idilliaco. Sembra quasi che quella natura, ora che più che mai incontaminata, volesse sorridere ai nostri volti tristi.
Scendo al piano di sotto seguendo l’odore del caffè preparato da mia madre.
Non amo di quei programmi di informazione mattutini, ma come ormai penso facciano tutti, appena iniziata la colazione, ancor prima di aver dato il primo morso alla fetta del mio ciambellone (in questo periodo ci stiamo riscoprendo tutti pasticceri e chef!), prendo il telecomando, accendo la televisione e ascolto le ultime news, come se fare questo fosse ormai una regola.
«State a casa!» È questo il monito che risuona dappertutto, in tv, alla radio, lo leggiamo pure sui giornali, nei social network. Stiamo a casa, sì, facciamo quello che non siamo riusciti a fare prima, riprendiamoci un po’ del nostro tempo. Assaporiamo la compagnia di chi ha la fortuna di starci vicino.
Abbiamo tempo, sì, tanto tempo. Ma io, alle volte, mi sento come catapultata in un momento senza tempo e perdo la cognizione dei giorni. E quando sembra allontanarsi questa strana sensazione di apnea, faccio un bel respiro e inizio a fare programmi, converso coi miei genitori, studio, leggo, chiamo qualcuno (o lo videochiamo!). E quando la pioggia, che in questi giorni ci ha fatto compagnia, cessa, mi affaccio al balcone per scambiare due chiacchiere con qualche vicino che sta anche lui sulla soglia della propria abitazione.
Poi c’è la video lezione, quella che adesso segui da casa, con le ciabatte e una calda vestaglia di lana: preparo il computer, le cuffiette, un foglio, una penna e per due ore diamo spazio alla letteratura, diamo la parola a molti autori. È un momento bello! In un periodo) così critico durante il quale dominano i numeri, quelli dei contagiati, deceduti e, fortunatamente, dei guariti, dare spazio alle parole diventa un’esperienza importante, quasi catartica!
Mai come adesso tutti consigliano di LEGGERE, di leggere libri e giornali. Tutti sono esperti conoscitori del Decameron, dei Promessi sposi, come se per leggere o per parlare di Boccaccio e Manzoni avessimo dovuto aspettare la quarantena!
Dopo un pranzo veloce (come se non avessimo tempo…) uno sguardo di nuovo alla televisione. Poi si aprono i libri, si mangia nuovamente. Si fatica a vestirsi. Le giornate si rincorrono: scorrono ora veloci, concitate, ora lente, ma tanto lente…
Arriva la sera, arriva il momento in cui si riflette. E in questi giorni bagnati da una pioggia che purtroppo non può toccarci, ci chiediamo come sarà il domani.
Forse da questo periodo ne usciremo diversi, cambiati, uomini e donne nuovi. O forse no, aspettiamo, abbiamo tempo…