(di MARIA RITA MAGRI)
Diario in tempo di…
Casteltermini, domenica 3 maggio 2020
Questa mattina ero appoggiata sul davanzale della mia finestra e osservavo il mondo là fuori. Tutto è immobile, non una persona in giro per la strada. Sembra quasi che nel mio piccolo paese il tempo si sia fermato. Tutto tace. La mia mente allora ha iniziato a riflettere. Sono trascorsi quasi due mesi dal giorno in cui è stato imposto dal governo il lockdown in tutta Italia, a causa dell’emergenza coronavirus. Mi sono ritrovata da un giorno all’altro “prigioniera” nella mia casa. La mia quotidianità è stata stravolta. Tutto ciò che fino al giorno precedente era normale, all’improvviso è diventato qualcosa di eccezionale. Niente più passeggiate, niente uscite con gli amici, niente viaggi. L’unica cosa che potevo fare era stare a casa. Da quel giorno ho assistito ad alcuni eventi che non potrò mai dimenticare. Un fotogramma inciso nella memoria: l’immagine di Papa Francesco che avanza sotto la pioggia incessante, da solo e senza ombrello, in una piazza San Pietro vuota. E dal silenzio della piazza emergono le sue parole:
“ci siamo ritrovati impauriti e smarriti […] presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci tutti sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda”.
Ancora un’altra immagine che non dimenticherò: i camion militari che partono da Bergamo carichi di bare. Tutto ciò a cui ho assistito e a cui sto assistendo mi ha colpito nel profondo. Nulla potrà essere più come prima.
Ma da questo periodo posso trarre qualcosa di positivo. Tornerò a guardare il mondo con gli occhi di un bambino, come se fosse la prima volta. Le restrizioni mi hanno permesso di apprezzare le piccole cose. Mi sono resa conto che a mancarmi davvero sono le cose più semplici, come un pranzo con la mia famiglia o un abbraccio. Mi manca tutto quello che, prima del lockdown, consideravo banale e “scontato”, perché ero sempre di corsa, troppo impegnata per guardarmi intorno e riconoscere il valore di quanto mi circondava.
Da domani, le restrizioni saranno leggermente allentate: sarà permesso far visita ai propri “congiunti”, e tra questi rientrano anche le persone che sono legate a me da uno stabile legame affettivo. Questo vorrà dire che domani, dopo quasi due mesi, potrò rivedere il mio fidanzato. Pur rispettando le dovute precauzioni, i nostri sguardi potranno finalmente incrociarsi, e non più soltanto rincorrersi attraverso lo schermo del telefono. È una piccola cosa ma, come ho detto, grazie a questa esperienza ho riscoperto l’importanza delle piccole cose. Ed io sono già felice così.