Ott 09

Diario in tempo di… Palermo, mercoledì 21 aprile 2021

(di VALENTINA ANDRONICO)

Silenzio e stupore in tempo di pandemia.

Palermo, mercoledì 21 aprile 2021

Oggi, 21 aprile 2021, sfogliando tra le pagine del mio diario ripesco una riflessione dell’aprile 2020, scritta durante il periodo  di confinamento per la pandemia.

Estraniandomi per un momento dal mio presente e viaggiando con la memoria, ricordo quel periodo fatto di silenzio che mi fa ancora un po’ male, pensando ai tanti morti e a quella gente che a stento riusciva ad arrivare alla fine del mese, mentre al contempo, in quell’atmosfera buia, mi facevo anche tante domande.

Non posso negare che in quell’occasione abbiamo provato stupore! E’ passato un anno e vale la pena ricordare:

Quando la sveglia ha cominciato a tartassarmi le orecchie con il beep beep, ho avuto la sensazione che fosse più presto del solito. La mia stanza era buia e la casa più silenziosa…Ma certo! Era più presto del solito! Come non succede da un po’ ormai.  Devo ancora abituarmici a non alzarmi più così presto. Sei a casa in questo periodo, mi ripeto.

Le cose possono cambiare in un battito di ciglia.

Ho allungato subito la mano per interrompere quel suono fastidioso e il mio primo impeto è guardare dalla finestra. Silenzio incantato o silenzio di morte? Né tram, né auto. Le ali degli uccelli frusciano e frullano.

Vado in cucina per prepararmi una tazza di latte caldo, nella mia tazza cadono alcune lacrime. Ed ecco che una mano sottile mi porge un fazzoletto – Perché non vai a dormire, mamma? –  Sì, ora vado.  Per un momento rimaniamo entrambe in silenzio, quando, nel giro di pochi istanti, si poggia sul davanzale della finestra una civetta! Siamo rimaste lì, avvertendo che tutto il peso del silenzio cominciava a dilatarsi. Ansia per un elemento di novità? Cosa succede alla natura?

Probabilmente saranno numerose in città, ci siamo chieste. Ho scosso la testa. Ero veramente sorpresa e non sono riuscita a nascondere un sorriso. A quel punto Germana mi ha dato un colpetto con il gomito «Dì la verità, ti ha stupita, eh?».

Secondo la credenza popolare la civetta è segno di malaugurio, invece nell’antica Grecia era simbolo di speranza. Superstizioni a parte, si dice che sia indicatore di un minor inquinamento atmosferico, infatti la sua presenza è correlata ad una buona qualità dell’ecosistema. Durante il periodo di confinamento la natura si è riappropriata dei suoi spazi e ci ha regalato lunghe ore di riflessione su quanto l’abbiamo antropizzata!

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